Speaker: Dalla grande pianta del Sessantotto partono due rami, lungo i quali si sviluppano i gruppi della sinistra extraparlamentare: del filone marxista-leninista che guarda a Mao, alle Guardie rosse e alla rivoluzione culturale cinese, fa parte il gruppo fondato da un ex operaio comunista, Aldo Brandirali, che in una prima fase viene chiamato «Servire il Popolo» e successivamente «Unione dei Marxisti-Leninisti Italiani». L'identificazione con il modello cinese è presente, anche se meno marcata, nel Movimento Studentesco nato all'interno dell'Università Statale di Milano, di cui è leader Mario Capanna. L'altro grande filone, che nasce davanti alle fabbriche, è quello operaista. Dall'assemblea operai-studenti della Fiat prendono origine Lotta Continua e Potere Operaio. Potere Operaio è il gruppo più radicale: ne fanno parte Oreste Scalzone, Toni Negri e Franco Piperno. Lotta Continua, più numeroso e più articolato nei metodi e negli obiettivi, ha tra i suoi leader Guido Viale, Adriano Sofri, Luigi Bobbio, Mauro Rostagno. A metà tra operaismo e maoismo si colloca il gruppo milanese di Avanguardia operaia, destinato a confluire in Democrazia Proletaria. Anche il Collettivo Politico Metropolitano di Renato Curcio, Mario Moretti, Alberto Franceschini e Duccio Berio, si può collocare a metà tra operaisti e marxisti-leninisti di stampo cinese. Avrà vita breve: i suoi militanti ne decideranno presto lo scioglimento per dare vita alle Brigate Rosse. Negli anni Settanta la lotta armata attirerà a sé anche molti militanti provenienti da Potere Operaio. Si ritroveranno in Autonomia Operaia, la galassia del terrorismo diffuso, il serbatoio privilegiato dei gruppi responsabili della guerriglia urbana più violenta. Negli stessi anni uscirà da Lotta Continua un primo nucleo di militanti che passerà alla lotta armata: i Nap. Più tardi, nel '76, un altro gruppo, proveniente dai settori più estremisti di Milano e di Torino, formerà Prima Linea.